Throwing Ourselves Into the Madness
Months ago, we (Italian Bastards) decided to throw ourselves into this crazy adventure, not caring about the many hardships we would face.
Packing Woes and Pre-Flight Jitters
Chief among them was packing all of our gear for the flight—accommodating two XXL teammates’ equipment put our Tetris skills to the test. We closed up an old golf bag full of polearms with plenty of duct tape, a reminder of our incompetence.
Pre-flight anxiety made us leave for the airport the night before traveling. Our departure from Milan and the layover in Paris went smoothly, except for our captain missing a decent espresso already.
First Impressions of the USA
We landed in Atlanta the following morning, and being used to smaller airports, it took us a while to make it out. This was the first of many moments where the sheer size of things in the U.S. surprised us—especially when we tried to fit our equipment into the rental van.
Traffic trapped us between countless massive SUVs, a sight we wouldn’t see in a whole year back home. By the time we made it to the hotel, exhausted, only one place was open for dinner—Burger King. The local accent made ordering a challenge, but we survived.
A ‘Cultural’ Excursion
With one free day before the tournament, we set out to experience South Carolina’s finest cultural attractions. Naturally, we spent most of the day at the largest shooting range in the state, stopping only at Walmart and Hooters. A fine day indeed.
Steel Dances Begin
Friday was the start of the tournament. We met Edoardo, an Italian fighter living in Kentucky, who would be a huge help to our team.
The first day didn’t go well—Fusaro and Quattrini were eliminated early in polearm, while Miotto lost both his profights, struggling with the ground fighting that European competitors aren’t yet used to. However, our captain saved the day, securing a brilliant gold medal in longsword—one we hoped his ego would balance out with all the different ways his name was mispronounced.
Finding Our Stride
Saturday marked the start of the Tier 2 buhurt tournament, a level we were familiar with. Our group included Kniaz Fire, one of the strongest teams in the competition, who quickly became like brothers to us after we met in the lyst.
We finished the day with four 2-0 victories, a feat we struggled to believe as we made our way back to the hotel after dinner (no beers, though).
The Road to Victory
On Sunday, we arrived at the arena ready to rumble. After our first victory, we cheered on our brothers from Kniaz Fire as they fought their way to another match against us in the lyst. Their lion hearts pushed us to the limit, but in the end, our experience made the difference.
The final brought us face-to-face with the Colorado Wardens, who gave us our toughest fight of the tournament. It was the only match that went to three rounds, and in the last one, we fought one man down due to a marshal’s ruling. Despite the setback, we held strong and secured the victory, raising our flag high above the list.
One Last Battle and the Journey Home
Our work wasn’t done yet. Less than half an hour after our buhurt victory, we geared up for the 12v12 battles, forming an unlikely alliance with Twin City Wyverns and the Rat Pack. Our strategy was solid, and we fought well, but we ultimately conceded gold after being overwhelmed on the flanks.
With gold medals around our necks, we watched the last sights of America roll past our van windows. The journey home was long—twenty-five hours of travel in total—but it was all worth it. This was one of the best tournaments of our lives, and we can only hope to return and defend our title.
ITALIAN BELOW: Buttarsi nella follia
Mesi fa, abbiamo deciso di lanciarci in questa folle avventura, senza preoccuparci delle molte difficoltà che avremmo affrontato.
Problemi con i bagagli e ansia pre-volo
Tra le sfide principali c’era l’imballaggio di tutta la nostra attrezzatura per il volo—accontentare due compagni XXL e il loro equipaggiamento ha messo alla prova le nostre abilità di Tetris. Abbiamo chiuso una vecchia sacca da golf piena di armi in asta con abbondante nastro adesivo, un promemoria della nostra incompetenza.
L'ansia pre-partenza ci ha spinti a lasciare casa la sera prima del viaggio. La nostra partenza da Milano e lo scalo a Parigi sono andati lisci, tranne per il nostro capitano, che già sentiva la mancanza di un espresso decente.
Prime impressioni sugli Stati Uniti
Siamo atterrati ad Atlanta la mattina successiva e, abituati ad aeroporti più piccoli, ci è voluto un po’ per uscire. Questo è stato solo il primo di molti momenti in cui la vastità degli USA ci avrebbe sorpreso—soprattutto quando abbiamo cercato di far entrare tutta la nostra attrezzatura nel furgone a noleggio.
Il traffico ci ha intrappolati tra enormi SUV, il genere di veicoli che non vedremmo nemmeno in un anno intero in Italia. Quando finalmente siamo arrivati in hotel, esausti, l'unico posto ancora aperto per la cena era un Burger King. L'accento locale ha reso l'ordinazione un’impresa, ma ce l’abbiamo fatta.
Un’escursione ‘culturale’
Con un giorno libero prima del torneo, abbiamo deciso di esplorare le migliori attrazioni culturali della Carolina del Sud. Naturalmente, abbiamo trascorso la maggior parte della giornata nel più grande poligono di tiro dello stato, fermandoci solo al Walmart e all’Hooters. Una giornata ben spesa.
L’inizio delle danze d’acciaio
Venerdì è stato il giorno di inizio del torneo. Abbiamo incontrato Edoardo, un combattente italiano che vive in Kentucky, e che sarebbe stato di grande aiuto per la squadra.
La prima giornata non è iniziata bene—Fusaro e Quattrini sono stati eliminati presto nella categoria polearm, mentre Miotto ha perso entrambi i suoi profight, soffrendo il ground fighting a cui i combattenti europei non sono ancora abituati. Tuttavia, il nostro capitano ha salvato la giornata con un brillante oro nella spada lunga—speriamo solo che il suo ego riesca a compensare tutte le versioni sbagliate del suo nome che abbiamo sentito.
Trovare il nostro ritmo
Sabato è iniziato il torneo di buhurt di livello 2, la categoria a cui siamo abituati a combattere. Nel nostro girone c’era Kniaz Fire, una delle squadre più forti del torneo, con cui siamo diventati fratelli dopo esserci affrontati nel lyst.
Abbiamo chiuso la giornata con quattro vittorie per 2-0, un risultato che faticavamo a credere mentre tornavamo in hotel dopo cena (senza birra, però).
La strada verso la vittoria
Domenica siamo arrivati all’arena pronti a combattere. Dopo la prima vittoria, abbiamo trascorso il tempo a guardare attentamente gli altri incontri, tifando per i nostri fratelli di Kniaz Fire, che hanno conquistato un'epica vittoria e si sono ritrovati nuovamente contro di noi nel lyst. Hanno lottato con tutto il cuore, ma alla fine la nostra esperienza ha avuto la meglio.
In finale ci siamo trovati di fronte ai Colorado Wardens, che ci hanno dato la battaglia più dura del torneo. È stata l'unica sfida a tre round e, nell'ultimo, abbiamo combattuto con un uomo in meno a causa di una decisione arbitrale. Nonostante la difficoltà, abbiamo superato l'ostacolo e conquistato la vittoria, facendo sventolare la nostra bandiera sopra il campo di battaglia.
Un’ultima battaglia e il viaggio di ritorno
Il nostro compito non era ancora finito. Meno di mezz'ora dopo la vittoria nel buhurt, ci siamo preparati per la battaglia 12v12, formando un’alleanza improbabile con i Twin City Wyverns e il Rat Pack. La nostra strategia era chiara e ha funzionato bene, ma alla fine abbiamo dovuto cedere l’oro dopo essere stati sopraffatti sui fianchi.
Con le medaglie d’oro al collo, abbiamo visto scorrere gli ultimi scorci d’America fuori dai finestrini del nostro furgone. Il viaggio di ritorno è stato lungo—venticinque ore di viaggio in totale—ma ne è valsa la pena. Questo è stato uno dei tornei più belli della nostra vita e non vediamo l'ora di tornarci per difendere il nostro titolo.
Article Gian Bass Edit Aleksandra Lebdowicz Photos Italian Bastards